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shutterstock_226305736L’infertilità femminile è dovuta a disfunzioni ormonali della follicologenesi e dell’ovulazione, a problemi anatomico-funzionali che impediscono il passaggio delle cellule sessuali e dell’embrione attraverso le tube, o all’incapacità dell’utero ad accogliere l’embrione.
Il percorso prevede la valutazione dello stato di infertilità, la raccolta della storia clinica ed ulteriori eventuali indagini fino al supporto nella comprensione dei risultati delle analisi e nella discussione e pianificazione della strategia migliore con cui procedere.

L’anamnesi
Si raccolgono informazioni sulla storia medica della paziente: eventuali infezioni alle vie urinarie o genitali, malattie a trasmissione sessuale, patologie cromosomiche, interventi chirurgici, endometriosi, chemio e radioterapie.

Le indagini diagnostiche:
Indagini sulla follicologenesi e sull’ovulazione

A ogni ciclo mestruale un singolo ovocita (la cellula sessuale femminile) viene ovulato dopo aver raggiunto la maturità con il processo di follicologenesi, grazie all’azione coordinata di tre ormoni: FSH, l’ormone follicolo-stimolante che promuove la crescita dei follicoli, particolarmente all’inizio del ciclo; LH, l’ormone luteinizzante che coopera alla stimolazione della crescita follicolare e che innesca l’ovulazione; l’estradiolo, che contribuisce alla regolazione dell’attività degli altri due ormoni. L’ovulazione può essere verificata con il metodo della temperatura basale, che consiste nell’osservazione di variazioni della temperatura corporea in diverse fasi del ciclo: un sistema molto semplice ma soggetto ad errori di misurazione.

Valutazione della riserva ovarica
Si esegue tra il secondo e il quinto giorno del ciclo mestruale e consiste nella misurazione del volume delle ovaie e nella stima dei follicoli antrali presenti in ciascun ovaio: un calcolo che può essere effettuato anche grazie alla valutazione dei dosaggi di tre ormoni presenti nel sangue (follicolo-stimolante, prodotto dall’ipofisi, Inibina B e ormone antimulleriano o AMH, prodotti dalle ovaie) e a un’ecografia pelvica transvaginale. I valori di Inibina B e AMH si riducono con l’approssimarsi della menopausa, mentre quelli di FSH aumentano. È possibile stimare la risposta ovarica alla stimolazione farmacologica con gonadotropine durante i trattamenti di procreazione assistita grazie alla misurazione del livello degli ormoni, alla conta follicolare antrale (AFC) e al calcolo del volume ovarico (mediante ecografia in fase follicolare precoce del ciclo).

Indagini anatomiche
La tuba esercita una funzione essenziale di trasporto e di nutrizione delle cellule sessuali e dell’embrione, e per far questo è indispensabile che il suo rivestimento interno (mucosa) e il suo apparato muscolare siano integri. Cause frequenti di alterazioni sono l’endometriosi e le infezioni pelviche acute o croniche, spesso dovute a malattie sessualmente trasmesse o a interventi chirurgici.

Esami:
Sonoisterografia
Esame ecografico indolore, permette lo studio accurato della cavità endometriale utilizzando un sottile catetere sterile monouso, posizionato all’interno del canale cervicale. Il catetere serve per iniettare nella cavità uterina alcuni millilitri di soluzione fisiologica (acqua sterile) che permette, mediante ecografia transvaginale, di visualizzare eventuali patologie presenti all’interno della cavità (polipi endometriali, miomi uterini sottomucosi, setti uterini). L’esame dura mediamente 15-20 minuti e consente di evitare indagini diagnostiche più invasive.sterosalpingografia

Esame contrastografico che consiste nell’opacizzazione della cavità uterina e delle tube mediante l’introduzione di un mezzo di contrasto radiopaco.

Sonoisterosalpingografia
Esame che non richiede l’uso di un mezzo di contrasto radiopaco né di radiografie. Attraverso un sottile catetere introdotto nel canale cervicale, una piccola quantità di soluzione fisiologica viene iniettata nell’utero; poi, grazie a una sonda ecografica transvaginale, si osserva se il liquido fuoriesce dalle tube o meno. Oltre alla pervietà tubarica è possibile valutare anche la presenza di polipi, miomi e patologie uterine endocavitarie.

Ecografia 3D e 4D
Consentono di ottenere immagini dell’utero statiche e in movimento in tempo reale per visualizzare e valutare eventuali malformazioni.

Isteroscopia
Utilizzata per l’esame della cavità uterina, prevede il passaggio di un piccolo strumento a fibre ottiche (l’isteroscopio) attraverso il canale cervicale fino a visualizzare l’intera cavità. È l’esame più affidabile per la valutazione delle patologie endocavitarie come miomi, polipi, setti completi e subsetti, che non sempre sono evidenziati dalle altre metodiche diagnostiche.

Laparoscopia
Esame visivo dell’anatomia esterna della tuba, mostra anche la sua posizione rispetto all’ovaio e permette l’identificazione di aderenze e di altre alterazioni morfo-funzionali della cavità peritoneale che potrebbero causare l’infertilità. Viene eseguita inserendo una sonda ottica nella cavità peritoneale attraverso una piccola incisione praticata nella parete addominale. Una volta ispezionati gli organi riproduttivi, un liquido colorato può essere iniettato attraverso il canale cervicale per osservarne il passaggio attraverso le tube. Spesso la laparoscopia viene associata all’isteroscopia per ottenere un quadro completo dell’apparato genitale. Diversamente dagli altri esami descritti, richiede l’anestesia generale e un ricovero di 1-2 giorni.